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Cash trapping: cosa è e come difendersi

 

Anche se i truffatori più esperti preferiscono affidarsi a frodi più avanzate e sofisticate, la tecnica del cash trapping continua a mietere vittime. L’ultimo caso di cronaca arriva da Genova, dove un uomo è riuscito a sottrarre del denaro dal conto corrente di un inconsapevole cliente bancario, senza tuttavia riuscire a farla franca: le telecamere dell’impianto di videosorveglianza lo hanno infatti incastrato, permettendo di ricostruire agevolmente quanto accaduto. Ma cosa è il cash trapping e in che modo difendersi?

Il cash trapping è una tecnica parzialmente in disuso tra i truffatori più “esperti” a causa degli elevati rischi che la stessa può vantare. Si tratta infatti di inserire un piccolo oggetto (di norma, di natura metallica) nella fessura dalla quale esce il denaro prelevato con la carta bancomat o con una carta di credito per prelevare in diverse valute, per poi andare a recuperare le banconote rimaste incastrate nello stesso dispositivo di erogazione dei soldi.

 

Come intuibile, la tecnica è abbastanza pericolosa: il truffatore deve infatti tornare sul luogo del misfatto, eliminare l’oggetto metallico e recuperare il denaro. Il tutto, nella speranza che qualche utente del servizio bancario non abbia già sporto una segnalazione alla filiale tenutaria del bancomat e, di conseguenza, non abbia fatto emergere il tentativo di truffa (ed ecco perché il cash trapping è di norma applicato nei bancomat “esternalizzati”, che non sono legati fisicamente a una filiale bancaria).

Difendersi dal cash trapping è abbastanza semplice, anche se molto spesso ci si dimentica di prendere le dovute cautele (mentre è maggiore l’attenzione riposta a fronteggiare altre tecniche): è infatti sufficiente guardare la fessura di fuoriuscita delle banconote e accertarsi che non vi siano delle interruzioni nel breve spazio della feritoia.

Si tenga inoltre conto che i bancomat più moderni non hanno più alcuna fessura, ma un “cassetto” ad apertura automatizzata che assicura una maggiore tranquillità a chi effettua l’operazione di prelevamento.