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Piccole gocce di memoria

 

 

 I RICORDI  NON SI CANCELLANO

 

 

 La storia di una scuola ha delle radici molto profonde

 

che non possono e non devono essere dimenticate!

 

 

Ho voluto inserire tra le mie perle la storia della scuola media "Raffaello Sanzio" di Tremestieri Etneo (CT) perchè è stata la mia ultima scuola, perchè si trova nel territorio dove io abito, perchè l'ho vista nascere, e perché è la scuola che ha visto crescere i miei figli e tutti i giovani del mio quartiere. 

 

Dunque, avendo collaborato alla stesura dell'Annuario della scuola, realizzato in occasione del suo venticinquennale, ho pensato di pubblicarne alcune pagine per rendere omaggio ad una scuola che, grazie al lavoro dei Presidi Francesco Bruno e Giuseppe Scuderi e  all'Amministrazione comunale, da sezione staccata della scuola "De Amicis"  è diventata la grande realtà di oggi.

 

 

 

 

___________________________________________________________

 

Nella ricorrenza del venticinquennale

la Prefazione del preside Prof. Francesco Bruno

 

 

            Venticinque anni costituiscono una tappa importante, un primo traguardo nella storia della nostra Scuola.

 

            Ricordo con viva emozione il primo anno dell’Autonomia (1978/79), quando la Scuola, staccatasi dalla Media Statale “E. De Amicis” di Tremestieri Etneo, diveniva autonoma e si chiamava “II Scuola media statale” di Tremestieri Etneo.

 

            Fui incaricato preside della nuova scuola, sobbarcandomi assieme al Collegio di allora l’onere e l’onore di “battezzarla” “Raffaello Sanzio”, ricevendo l’autorizzazione all’intitolazione dall’Amministrazione comunale, dalla Prefettura, dal Provveditorato agli Studi e dal Ministero della P.I.

 

            Ricordo ancora (nello stesso periodo rivestivo la carica di Assessore alla P.I. e vicesindaco del Comune di Tremestieri Etneo) “le battaglie”, cominciate fin dal 1977 e le varie delibere che si susseguivano per rendere autonoma la nostra scuola, forte anche del numero di alunni che la frequentavano e consapevole dei disagi degli utenti, che, per qualsiasi necessità scolastica, dovevano recarsi negli Uffici di Presidenza e di Segreteria a Tremestieri centro.

 

            Tanti ricordi, talvolta esaltanti, qualche altra volta meno piacevoli. Ma certamente i ricordi più belli e pregnanti sono legati al mio lungo periodo di permanenza in questa Scuola, quale docente di Materie letterarie nella sezione D di tanti e tanti giovani che, ancor oggi, rivedo con molto piacere ed i cui figli frequentano la stessa  scuola dei genitori, alla quale sono tornato come dirigente dal settembre 2000, prefiggendomi di arrivare a festeggiare i primi 25 anni di Autonomia.

 

            E ricordo, come se tutto questo lungo tempo non fosse passato, quasi tutti i nomi dei miei alunni, le “stanze” (non aule, perché si trattava di scuola ospitata in appartamenti) ed i banchi dove stavano seduti, la mancanza di spazi per la ricreazione, lo “sgabuzzino” in 2a  traversa, dove i bidelli (allora si chiamavano così) ci preparavano il caffè, unico momento di relax durante la giornata scolastica, perché non esistevano spazi dove sostare durante le ore libere. E la bottega che fungeva da palestra al chiuso, mentre quella all’aperto era costituita dalla strada.

 

            E ancora la Presidenza e la Segreteria nei locali della 1a traversa di via Carnazza e i doppi turni nel primo periodo dell’anno scolastico 1978/79 nella sede della 2a traversa, fino a quando non si trovarono due appartamenti in 3a traversa, consentendo di eliminare i doppi turni ed alla popolazione scolastica di crescere pur con mille problemi logistici e disagi innumerevoli.

 

            Ma un’altra tappa decisiva per la crescita della nostra comunità scolastica si ebbe nel dicembre 1984, quando presentai (da Assessore alla P.I.) il progetto della nuova scuola alla Cassa Depositi e Prestiti di Roma e ne ottenni un primo finanziamento nel 1985. Non sto qui a ricordare le varie vicissitudini, gli intoppi burocratici, le scelte sbagliate dell’Amministrazione nell’affidare i lavori di costruzione a Ditte finanziariamente poco solide. Ma fu, grazie anche al Preside Scuderi, che, caparbiamente riprese il progetto, ottenendo altri finanziamenti per il completamento, che avvenne entro l’estate del 2000.

 

            Nel frattempo la scuola cresceva e, tornato da dirigente nella “mia cara scuola”, mi adoperai perché l’edificio fosse completato nelle strutture interne ancora incomplete ed anche nella parte rivolta a nord-est, trasformando i portici in 6 nuovi magnifici locali, che ospitano attualmente 6 classi.

            Oggi la Scuola, che festeggia i suoi primi 25 anni e che ospita 735 alunni, può dirsi completa e la mia più grande soddisfazione è quella di aver contribuito assieme a tanti miei colleghi a farla crescere non soltanto dal  punto di vista numerico, ma soprattutto dal punto di vista qualitativo, accettando di buon grado le scommesse innovative (anche se talora accolte con molto scetticismo) che hanno fatto della nostra Scuola una delle migliori realtà dell’intera provincia di Catania.

 

                                                                                               Francesco Bruno

 

                                                                                            (Dirigente scolastico)

La voce del Sindaco

 

            Venticinque anni sono tanti nella vita di una persona. Ha raggiunto un quarto di secolo. Un giovane di venticinque anni, come tanti dei nostri e vostri figli, è alle prese con il suo inserimento nella società, tenta di tagliare il cordone ombelicale che l’ha tenuto legato alla famiglia, cerca di conquistare la sua autonomia, economica, sociale, civile.

 

            Venticinque anni sono anche gli anni che compie la Scuola Media Statale “Raffaello Sanzio” e sono felice, personalmente, di essere stato chiamato sia pure virtualmente a spegnere le sue 25 candeline.

 

             Da venticinque anni i Presidi ed il personale didattico e non didattico, che si sono susseguiti hanno partecipato anno dopo anno, alla creazione di una scuola che oggi rappresenta un modello di istruzione ed educazione dei nostri giovanissimi,  invidiato dalle altre comunità.

 

             Venticinque anni trascorsi insieme a tantissimi giovani che hanno portato i valori assimilati nella scuola media “Raffaello Sanzio” nell’operare di tutti i giorni.

 

              Venticinque anni di collaborazione con le altre Istituzioni presenti nel territorio.

 

              Venticinque anni, che per il nostro Comune ed in particolare per la frazione Canalicchio coincidono, con la “vita della scuola media” e cosa più importante con il suo aprirsi al territorio, attribuendo ai genitori, alle forze sociali e politiche un ruolo nuovo, improntato sul principio di una vera collaborazione.

 

              Questa Amministrazione ha oggi l’onore di patrocinare questa importante ricorrenza in favore di un istituto che è riuscito in tanti anni di attività a conseguire fama di serietà e di preparazione tecnico culturale.

 

               Permettetemi infine di ringraziare il nostro Assessore alla P.I., dr. Carlo Maugeri e di rivolgere un ringraziamento particolare al Dirigente della S.M.S. “R. Sanzio, prof. Bruno.

 

               Grazie per aver fortemente voluto questa occasione che invita tutti a riflettere su questi venticinque anni e nel contempo offre un segno sicuramente prezioso per tutti coloro che come studenti, insegnanti, personale non docente e genitori sono passati per le aule e le sale prestigiose della scuola, che hanno studiato e lavorato in moderni laboratori, che hanno visto nel tempo la Scuola conservare le proprie tradizioni ed insieme modernizzarsi e cambiare.

                                                                                 Il Sindaco

 

                                                                     dott. Salvatore Giuffrida

 

Canalicchio: Il territorio e la sua Scuola

 

 La Storia

 

La frazione di Canalicchio ha avuto vicende storiche ed ha visto sul suo suolo insediamenti umani fin dall’età del Bronzo antico ed in seguito in epoca Greca e Romana, come attestano i ritrovamenti risalenti all’epoca e gli scavi fatti dagli archeologi Paolo Orsi e Bernabò Brea, che testimoniano in loco la presenza di necropoli funerarie e abitative.

            Dopo periodi di alterne vicende, caratterizzate dalla lotta di conquista fra Angioini ed Aragonesi, di cui il territorio fu al centro, nel XVII secolo il suolo dell’attuale frazione faceva parte della proprietà demaniale della città di Catania, dominio degli Aragona di Spagna.

            Fu proprio in questo periodo che Catania, vessata dalle insostenibili richieste del vorace erario spagnolo, fu costretta nel 1639 a deliberare la vendita a dei privati, molto ricchi, di quindici dei suoi casali etnei, proprietà del demanio cittadino.   

            In tale occasione il territorio del Canalicchio fu aggregato al Comune di Tremestieri, per far sì che esso raggiungesse un’estensione uguagliabile a quella degli casali limitrofi.

            Altro momento importante e determinante, per il successivo incremento demografico nella storia della frazione, fu quello che vide operante nel territorio la figura di Gabriello Carnazza.

            Di famiglia aristocratica, giurista e ministro nel I governo Mussolini, con intraprendenza unita a tenacia, trasformò il canalone vulcanico del Canalicchio in una magnifica tenuta, in un “paradiso di verzura eterna”, come dice l’enologo Sante Cettolini, nel descrivere l’azienda agricola Carnazza, nella sua opera dal titolo: “La tenuta Carnazza al Canalicchio”, Catania 1917.

 

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  Foto d’epoca - Archivio Famiglia Carnazza

 

 

             Fra gli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, il territorio del Canalicchio contava una popolazione che si aggirava intorno ai 435 abitanti, “occupati prevalentemente in attività agricole ed alloggiati in costruzioni del tipo rurale, costituite in prevalenza da abitazioni terrane, unifamiliari, concentrate nella zona dell’attuale via Nizzeti e di via Pietra dell’Ova, con l’aggiunta di alcune case sparse a sud di via  Carnazza, (quest’ultime occupate per la maggior parte degli eredi dei primi coloni dell’omonima tenuta)".  

            Intorno al 1961 il Canalicchio ed il suo territorio furono colpiti da una violenta e repentina trasformazione, che, nell’arco di una decina di anni rivoluzionò radicalmente l’assetto e la configurazione del territorio, facendolo passare da terreno agricolo a terreno edificabile: su di esso si sarebbe abbattuta la scure della speculazione edilizia.

            Lo sfruttamento urbanistico del territorio divenne sistematico e fu legalizzato attraverso il decreto del 17 marzo 1978 in cui si legge testualmente: “Vista la relazione n. 118 del 22 febbraio 1978 con la quale la Sovrintendenza per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici di Catania ha suggerito di dover escludere dal vincolo, proposto dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Catania nella seduta del 25 ottobre 1966, la frazione di Canalicchio, in quanto tale frazione, che, peraltro, anche territorialmente si presenta come un’isola completamente a sé stante non legata al Comune di Tremestieri Etneo neanche da fattori di carattere ambientale, ha subito con il tempo, per effetto della conurbazione verificatasi al comune di Catania, un assetto planovolumetrico degli edifici, che ha alterato definitivamente le caratteristiche ambientali della zona ……… ricorrono evidenti motivi di pubblico interesse che suggeriscono di sottoporre al vincolo paesaggistico il territorio di Tremestieri Etneo con l’esclusione della frazione Canalicchio”.

            Il boom demografico, che si registrò in quegli anni al Canalicchio fu conseguenza anche dello sviluppo urbano, commerciale e industriale di Catania, la quale non potendo espandersi a sud-ovest, nella zona della piana (zona ritenuta paludosa e malsana), non ebbe altra scelta se non quella di allargare la propria periferia e la propria cinta urbana verso i terreni a nord-est, collinari, panoramici, limitrofi al centro cittadino e forniti di una rete viaria di collegamento (circonvallazione, via Novaluce, via Nizzeti) col centro urbano.         

 

            Fu così che molti nuclei familiari furono spinti a cercare casa in questa zona dove sorgevano numerosi condomini che offrivano unità abitative nuove, luminose, panoramiche a prezzi accessibili rispetto al centro città.

            Il territorio del Canalicchio venne privilegiato, quindi, perché ben collegato dal punto di vista viario e dotato di un buon clima collinare.

  Naturalmente il nuovo quartiere che toccò il massimo dell’espansione alla fine degli anni ’70, nacque e si sviluppò all’insegna dell’urbanizzazione selvaggia, privo di strutture sociali, con caratteristiche simili a quelle di un quartiere-dormitorio (gravitante culturalmente su Catania) nel quale presto emergeranno urgenti e pressanti le esigenze di creare le strutture sociali di base come la Parrocchia e la Scuola.

(Le notizie storiche sopra riportate sono state ricavate dal libro “Canalicchio frazione di Tremestieri” di Domenico Messina).                       

 

 

Panoramica dall’alto della Scuola “Sanzio” e della chiesa di S. Marco (2002)

 

 

 

 

Come nasce la S. M. “R. Sanzio” 

 

Gli atti fondanti

 

           Il primo atto fondante della nuova Istituzione fu la proposta di autonomia da parte del consigliere comunale e docente della scuola, prof. Francesco Bruno, che fu messa all'o.d.g. nella seduta del Consiglio Comunale del 9.1.1978, avendo come argomento "Proposta per l'Autonomia della Scuola media di Canalicchio".  

          Dopo ampia discussione il Consiglio approvò all'unanimità l'Istituzione della nuova Scuola.

 

 

    Dopo il riconoscimento ufficiale dell’autonomia, attraverso le varie delibere del Collegio dei docenti,  dell'Amministrazione comunale, della Prefettura di Catania, del Provveditorato agli Sudi e del Ministero della Pubblica Istruzione, la nuova scuola venne intitolata al pittore urbinate "Raffaello Sanzio".

Il  motivo alla base della scelta di tale intitolazione era stato  essenzialmente quello di superare le tendenze regionalistiche  e campanilistiche e di dare all’Istituto un respiro più ampio. 

 

 

 

IL CAMMINO DELLA  SCUOLA

 

             Per rispondere alle esigenze del quartiere che si sviluppava con notevole incremento demografico, fu creata al Canalicchio una sezione staccata della scuola media “E. De Amicis” di Tremestieri Etneo centro.

            Il primo nucleo di quella scuola media territoriale nacque come sezione staccata nei primi anni ’70, e, in mancanza di locali idonei, le prime scolaresche furono sistemate in degli appartamenti, affittati dal Comune in condomini della seconda traversa della via Carnazza (attuale via Monti Sicani) nell’anno 1977-78.

             In quell’anno troviamo già: corso C; corso D; corso E; corso G; corso H; prima e seconda I; prima M; per un totale di diciotto classi.

              I corsi A, B, F, prima e seconda L facevano parte della scuola media “De Amicis”. In tale anno (’77-’78) il totale degli alunni frequentanti era di trecentotrentanove, distribuiti mediamente in diciannove ragazzi per classe.

             Naturalmente, le condizioni anguste dei locali condizionavano il numero.

            Di tali classi, quindici funzionavano nel turno antimeridiano e tre nel turno pomeridiano.

              Nell’anno scolastico 1977-78 il giorno 8 del mese di giugno il Preside “pro- tempore”, prof. Giuseppina Mula riferì al Consiglio d’Istituto che, a quella data, a Tremestieri centro vi erano settantatrè nuovi iscritti, più diciannove ripetenti che contribuivano a formare quattro corsi completi, ponendo il problema di avanzare al Comune la richiesta di nuovi locali.

             Canalicchio, invece, presentava centocinque nuovi iscritti più undici respinti per un complessivo numero di trecentotrentanove alunni; pertanto erano previsti i seguenti corsi completi: C; D; E; G; H; I; più la prima e la seconda M,  per un totale di venti classi in tutto: sette prime, sette seconde e sei terze. Nel secondo turno le classi divennero cinque, venne stabilito anche che i ragazzi non residenti avrebbero frequentato la scuola al secondo turno, ed, in caso di esubero, sarebbe stato effettuato pubblico sorteggio.

   Nello stesso anno il quattro settembre alle ore 18,00 si riunì il C.d.I., per deliberare, fra gli altri punti, sulla formazione delle classi.         

            La preside annunciò la formazione di diciotto classi a Canalicchio, gli iscritti alle prime classi furono complessivamente: centoundici di cui cinquantanove maschi e trentatré femmine; sei gli alunni non residenti che sarebbero andati automaticamente al secondo turno, più  tredici ripetenti. Tutti i ragazzi, ad eccezione dei ripetenti e dei non residenti, sarebbero stati sorteggiati per l’assegnazione sia della sezione, sia del turno.

            Il martedì 12 settembre alle ore 9,00 nei locali della sede di Canalicchio fu effettuato il pubblico sorteggio.

              Nella medesima seduta il prof. Francesco Bruno, assessore “pro tempore” alla P.I., comunicò che erano stati reperiti cinque nuovi  vani per la Scuola di Canalicchio, che, resi agibili per l’utilizzo scolastico, avrebbero consentito l’abolizione del secondo turno.

          

   Primo Preside incaricato fu il prof. Francesco Bruno, già docente, nell’Istituto,   di materie letterarie.

   La scuola, pur essendo di nuova istituzione, contava già una popolazione scolastica numerosa, alloggiata in dei garages ed in appartamenti condominiali.

            La precarietà dei locali e la mancanza di strutture adeguate, rendeva molto difficoltoso il lavoro scolastico e la realizzazione dei progetti; tuttavia bisogna riconoscere  che la notevole disponibilità dei docenti, l’entusiasmo dei ragazzi e di tutto il personale hanno sopperito alle carenze strutturali e ambientali, consentendo alla scuola di crescere, non solo numericamente, ma anche qualitativamente.

  Fin da allora i ragazzi della scuola si distinguevano nelle gare sportive, classificandosi ai primi posti nei “Giochi della Gioventù”; esponevano le opere da loro create nelle “mostre di fine anno” e si cimentavano in varie forme di drammatizzazione diretti dai loro docenti.

           Pur non disponendo di una palestra, i ragazzi partecipavano a  manifestazioni di notevole risonanza, dando prestigio alla Scuola, allenandosi alla meglio.      

       Spesso poteva capitare di vederli provare le gare di corsa in piena strada, mentre i professori fermavano, momentaneamente, il transito delle macchine!

            Anche le visite di istruzione venivano attuate grazie alla buona volontà dei docenti, che molte volte, con grande responsabilità, conducevano i ragazzi a visitare il centro storico di Catania, utilizzando come mezzi di trasporto, gli autobus di città, in mancanza di mezzi più idonei allo scopo.

            Difatti, come si può capire da tutto questo, il problema annoso che la scuola si è sobbarcata per molto tempo, circa vent’anni, è sempre stato quello logistico: la mancanza di aule e di strutture, che incombeva in docenti e ragazzi, ogni volta che si progettava qualche cosa, un’attività scolastica o un’attività integrativa; ogni volta che si invitava  qualche esperto o qualche persona insigne.  

Nonostante tutto ciò e gli intralci vari, col trascorrere degli anni, la popolazione scolastica andava aumentando, come si può vedere dal grafico.

 

   Il secondo Preside fu Giuseppe Tempera, che restò in carica fino al 1980. Quindi, su brevi periodi, tennero la presidenza: Salvatore Prestifilippo (per un triennio) e Francesco Ippolito (per un biennio) ed, infine, nel settembre 1985 divenne Preside della scuola Giuseppe Scuderi.

              La Presidenza Scuderi è stata, finora, la più lunga. Nel corso di essa furono portati avanti fra difficoltà varie, sospensioni di anni e riprese, i lavori di costruzione del nuovo edificio.

             Con continue pressioni e sollecitazioni dell’iter burocratico da parte del Preside, finalmente nel Settembre del 1997 il Collegio dei Docenti poté riunirsi nei locali del nuovo edificio.

            Esso accoglieva gli uffici della Presidenza, della segreteria, cinque corsi completi da sez. A  alla sez. E; gli altri corsi, dal corso F al corso G + I^ I, si trovavano alloggiati nei locali che oggi ospitano la delegazione comunale.

                                    

 

             Nel 1998/1999 al Preside Scuderi subentrò per un anno il Preside prof. Antonino Virgillito ed, infine, dal 2000 è ritornato come titolare dell’ufficio della Presidenza il prof. Francesco Bruno, che, nel lontano 1978, era stato il primo Preside incaricato della nuova scuola autonoma.

 

 

Il Preside Prof. Francesco Bruno

 

La scuola "R. Sanzio" in fase di costruzione

 

 

 L’anfiteatro della “Sanzio” in fase di costruzione

 

 

La palestra in costruzione

 

 

              Il primo “verde” alla “Sanzio”

 

 

 

La “Sanzio” nel 2002 

 

Solo nell’ottobre del 2003 l’edificio ha raggiunto la struttura definitiva con la costruzione dell’ultima ala di nord-est.

 

 

Veduta del complesso scolastico dall’elicottero.

 

 

 

La "Raffaello Sanzio" nel ricordo di.... 

 

 

 

E’ proprio vero che certi ricordi non vanno via….

 

…..Quando l’ho rivisto è stato come un tuffo al cuore … è proprio Lui, il mio Professore Bruno, professore di Italiano e Latino alle scuole medie Edmondo De Amicis, III traversa di Via Carnazza, zona Canalicchio. Sono passati quasi 29 anni, eppure eccetto il bianco dei capelli, ha sempre lo stesso carisma, lo stesso sorriso.

            Allora Canalicchio non meritava l’interesse di adesso, era una ridotta comunità, così che dei ragazzi, come me, entravano nella fase fatidica delle scuole medie (quasi diventavano grandi), in una modesta abitazione sita al piano terra di un edificio accomodato ad Istituto scolastico. Eppure, nonostante i disagi sia dell’età che dell’ambiente, quella classe durante alcune ore diventava un magnifico edificio pieno di confort e di cultura. Le ore di Italiano erano da noi tutti le più attese. Il Professore Bruno ci faceva diventare grandi con estrema serietà, Le sue spiegazioni erano approfondite ma nello stesso tempo semplici, riusciva a comprendere chi aveva realmente capito la lezione. Per chi aveva problemi, adottava un sistema alternativo non sminuente, ma che sollecitava sempre di più il nostro interesse. Non mancava mai di discutere delle vecchie epoche e per meglio comprendere faceva sempre i raffronti con i giorni nostri. Non ci influenzava mai con delle idee politiche personali, ma ci aiutava a comprendere quello che i grandi certe volte non perdevano tempo a spiegarci.

            Il Suo  atteggiamento sempre così preciso e diligente ma allo stesso tempo sereno, dava l’impressione di essere in delle bellissime aule di scuole esclusive, senza nulla da invidiare a quei rinomati college dai grossi nomi. La sua severità, se così si può dire, era importante perché  sottolineava la nostra attenzione. I Suoi modi erano allegri e pieni di entusiasmo quando i nostri voti miglioravano, era felice con noi e ci insegnava a gioire anche per i successi degli altri compagni.

            Ci ascoltava, e parlava del Latino, non come di una lingua morta, ma spiegandoci che grazie alla conoscenza di tale materia avremmo compreso meglio la nostra stessa lingua, creandoci delle basi indistruttibili nel conoscere.

        

             Un ricordo ….ero bravina, eppure un giorno mi corresse in rosso in un compito di analisi logica. Mi sentivo ferita nell’orgoglio perchè l’errore era alquanto banale, quindi lo giustificai come una dimenticanza. Però, c’era quel bel segnale rosso sottolineato sul mio quaderno tutto pulito …Mi aspettavo che dinanzi agli altri mi giustificasse per l’errore, visto la banalità dello sbaglio, invece mi guardò serio dicendomi potevi fare meglio …. Ho capito e gli dico grazie per questo, ho compreso che voleva dirmi che potevo fare di più!

            Oggi lo dico spesso ai miei bambini (sono suoi alunni), adesso è il Preside di un fantastico edificio scolastico sempre nella stessa zona. Se volete, potete fare di meglio, ed è così che occorrerebbe fare tutti per avere un mondo migliore, un mondo di pace!!!!

            Peccato che il Professore Bruno non si possa clonare !!!!!

 

                                                                               Alessandra Filippello

 

 

 

 

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            Non è facile, per rispondere all’affettuoso invito dell’Amico Preside, prof. Francesco Bruno, e dei cari colleghi, tracciare un breve ricordo della mia lunga permanenza nella S.M.S. “R. Sanzio” di Canalicchio, che quest’anno festeggia i venticinque anni di Autonomia.

            Nei lunghi anni – dal 1976 al 2002 – ivi trascorsi, anzi “vissuti” in qualità di Docente di Scienze matematiche nella sezione D e dal 1991 al 2002 anche di Vicario del Preside, molti sono stati gli eventi lieti o tristi, gioiosi o drammatici, tante le esperienze esaltanti e le felici intuizioni, molteplici gli entusiasmi e gli scoramenti, vari i rapporti umani tenacemente ricercati, approfonditi o talora delusi.

            Come dare quindi maggiore spazio ad un evento e non ad un altro, ricordare episodi, aneddoti, volti di alcuni e non di altri, tutti tasselli di un mosaico che costituisce la mia vita professionale.

            La “Scuola” è uno spaccato della Società e ne presenta tutte le sfaccettature; ma la “nostra Scuola”, come mi piace ancora oggi definirLa, è sempre stata animata dalla “voglia di crescere”, di realizzare un progetto di disponibilità totale ed apertura senza riserve alle esigenze del territorio.

            La “scuola delle traverse”, con aule ed uffici ubicati in appartamenti e con la 2^ traversa di via Carnazza adibita a “palestra” nella preparazione dei Giochi della Gioventù, la scuola povera di mezzi ma ricca di entusiasmo, non si è arresa ed ha svolto tra mille difficoltà la sua “funzione educativa”.

            Ricordo la tenace e fattiva volontà dei Presidi, la collaborazione dei genitori, la disponibilità, la stima e l’affetto dei docenti e non docenti, che hanno reso possibile la realizzazione dei percorsi intrapresi.

            E poi i colleghi, le amicizie nate, i dubbi comuni e la ricerca di soluzioni, gli scambi di opinioni che hanno arricchito la formazione umana di noi adolti, formazione che non può dirsi mai pienamente raggiunta.

            Ed infine, ciliegina sulla torta, il rapporto con gli alunni; da bimbetti di 1^ media a signorine e giovanottini di 3^ media, con le ansie e crisi adolescenziali, alunni che abbiamo preso per mano e guidato verso corrette scelte di vita.

            Alla Scuola “R. Sanzio” che è efficientemente organizzata e diretta ed oggi provvista anche di comodi locali, ampi spazi, laboratori ed aule multimediali, auguro, anzi ne sono certa, che i sentimenti che hanno animato “i pionieri” della Scuola, continuino ad impregnarne le attività scolastiche con quello “spirito di servizio” di cui tanto necessita la Società di oggi.

 

 

                                                                             Agata Patanè

 

Docente di Scienze Matematiche, Sez.D dall’a.s. 1976/77 all’a.s. 2001/2002

Collaboratore Vicario    dall’a.s. 1991/92 all’a. s. 2001/2002

 

 

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Tanti sono i ricordi che affiorano alla mente per gli anni di insegnamento trascorsi nella Scuola Media “Raffaello Sanzio”, in qualità di docente di Educazione musicale.

            Data la natura della mia cattedra, i rapporti con colleghi ed alunni erano molteplici, cordiali ed affettuosi; certo ero costretta a spostarmi nelle varie traverse in cui era ubicata la scuola, il che non sempre era piacevole ma era compensato dall’entusiasmo con cui ero accolta dagli alunni, con i quali tuttora m’incontro con affetto.

            Non avendo locali idonei si era costretti a lavorare in “aule” (per così dire) piccole e vicine le une alle altre, per cui bisognava conciliare con i colleghi, con buon senso e comprensione, l’ascolto, le esercitazioni corali e quelle strumentali.

            Mi trovavo nella precedente Scuola Media già dai primi anni del ’70, ma fu bello assistere alla trasformazione che avrebbe portato all’autonomia della “Raffaello Sanzio” e ricordo con molto piacere il periodo in cui feci parte del Consiglio di Istituto con tutte le riunioni e le decisioni per migliorare le condizioni della scuola. La decisione più importante ed interessante fu quella di dare il nome “Raffaello Sanzio” alla scuola nascente e fu con gioia che toccò a me stilare il verbale di tale seduta, quale collaboratrice-segretaria del Collegio il cui Preside Francesco Bruno era allora incaricato.

            Con tale ricordo porgo a lui ed alla scuola tutta, una scuola efficiente, bellissima ed ormai degna di tale nome, gli auguri di un proficuo lavoro per il bene di tanti fanciulli che la frequentano e che saranno gli uomini di domani.

 

                                                                               Anna Maria in Bello

                                                ex docente della “R. Sanzio”, in quiescenza dal 1982 

 

 

 

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Provo grande soddisfazione al pensiero di aver decisamente contribuito, anche con un ruolo politico-amministrativo, a dare alla S.M.S. “R. Sanzio” l’attuale assetto strutturale.

Nel passato la Scuola ha sofferto non poco per l’assenza di spazi addirittura indispensabili che obbligavano ad una forte compressione delle iniziative didattiche ed educative.

Soltanto l’alta professionalità e il costante impegno dei suoi docenti e degli altri operatori sono riusciti a colmare le lacune, spingendo la Scuola ad offrire servizi di qualità sempre più elevata.

Nutro profonda gratitudine per tutti coloro che durante il periodo di mia  dirigenza dell’Istituzione, con instancabile operosità mi hanno seguito nelle diverse battaglie affrontate per risolvere i problemi via via incontrati.

Un fatto ci spingeva ad andare sempre avanti, l’incremento esplosivo della popolazione scolastica che coinvolgeva anche utenti dei Comuni vicini, attratti dalla ottima qualità del servizio formativo offerto.

La realizzazione dell’edificio attualmente occupato ha dato la svolta decisiva all’Istituzione che, nel segno della continuità, anche oggi anni è una sede ambita da docenti e discenti di diversa provenienza.

 

 

                                                                             Giuseppe Scuderi

 

                                                            Preside della Scuola dal 1985 al 1999

 

 

 

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            Classe 3^ (1985), sezione E. Pareva dovesse essere una mattina come mille altre: un susseguirsi di lezioni, correzioni di esercizi e problemi di matematica con la professoressa Vanda Di Dio, un’ora di italiano con la prof. Lucia Sanfilippo la quale, come al solito, mi rimproverava di non aver scritto quel benedetto riassunto dettagliato sull’argomento del giorno e poi ….dopo una lunga attesa le nostre facce trepidanti accennavano finalmente un sorriso velato allo scoccare della campanella della ricreazione. Solito trambusto, con il secchione della classe (persona molto studiosa ma anche estremamente geniale in verità) e gli altri miei compagni di classe maschi che giocavano a tirar pugni alle loro rispettive parti basse, mentre noi femminucce ci raccontavamo dell’ultimo moroso che ci faceva battere il cuore.

            La “baraonda” era, per così dire, il termine preferito che la prof. Lucia Sanfilippo utilizzava nel descrivere la situazione creatasi, ma nonostante questa riguardasse indistintamente tutti i componenti della classe, ogniqualvolta lei ci rimproverava, i suoi occhi andavano a posarsi sempre fissi su di me. Pare proprio che la mia vocina squillante si sentisse anche in fondo al corridoio e superasse di gran lunga quella degli altri. Così, dopo essermi sorbita l’ennesimo rimprovero da parte della prof., mi accingevo a perpetuare la solita processione per andare al gabinetto. Entrammo io e Donata Taccia (che saluto di cuore!! Ora vive in Olanda con il marito), anzi Donata Taccia ed io, visto che lei era la leader ed io, la ragazzina impacciata che la seguiva sempre.

            Allora, la sede della Raffaello Sanzio erano degli appartamenti veri e propri dislocati rispettivamente in 1^, 2^ e 3^ traversa di Via Carnazza. Nel bagno c’era anche una vasca che molto spesso era tenuta colma d’acqua per le situazioni d’emergenza. Non so neanch’io come quella mattina rimanemmo chiuse in bagno: la porta non si apriva. Donata (peraltro piuttosto robusta) energicamente tirò la maniglia all’indietro e spinse me che ero appoggiata sul bordo della vasca. Splash! Sprofondai dentro senza poter far niente, in un minuto tutti i miei vestiti erano inzuppati, le ballerine di vernice nera delle pozzanghere piene d’acqua! Mentre Donata scoppiò in un fragoroso riso, desiderai di annegare nella vasca invece di dover affrontare le ire della prof. E probabilmente quelle del preside (allora il prof. Scuderi). Per l’occasione rimediai un completino niente male: maglione bluette con luccichini e calzamaglia spessa di lana. Entrai in classe con gli occhi bassi, la prof. Non disse una parola, bastò solo il suo sguardo.

P.S. Un caloroso abbraccio a tutti i miei ex compagni di classe e ai professori.

                                                                                              Giovanna Fiorito 

 

 

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            Gentilmente coinvolta dal professore Bruno Francesco, Dirigente scolastico della scuola media “Raffaello Sanzio”, in occasione della ricorrenza del 25° Anniversario della fondazione della scuola, mi trovo a testimoniare la mia esperienza di ex alunna della suddetta. Avvalendomi della mia giovane età e della mia fresca memoria, mi rifaccio al periodo scolastico che ho frequentato dal 1986 al 1989 nella sezione F. Innanzitutto la mia testimonianza può servire a far sfatare quel luogo comune, che ancora a distanza di 15 anni, con rammarico, mi accorgo che persiste, in cui viene messo in discussione l’insegnamento impartito in quelle sezioni che si trovano secondarie nell’ordine alfabetico. E a tal riguardo oggi, sia io che mia sorella, entrambe ex alunne della sezione F, possiamo ritenerci assolutamente soddisfatte della preparazione e degli insegnamenti che abbiamo ricevuto dagli insegnanti di allora.

            Colgo l’occasione che mi è stata offerta per riconoscere i loro meriti e ringraziarli, a cominciare dal prof. Bellini che mi ha dato la possibilità di credere nelle mie potenzialità nonostante le mie insicurezze; la professoressa Giarlotta che ha colmato, con pazienza ed esperienza didattica, le mie lacune; la professoressa Chiari per la sua determinazione; l’estro artistico della professoressa Sciuto e poi ancora la simpatia moderna della professoressa Di Pietro; e poi riesce a strapparmi ancora un sorriso il pensiero degli aneddoti divertenti e metaforici del professore Aiello che, ho appreso, ha da poco concluso la sua carriera da docente in questo istituto.

            Concludo ringraziando ancora il professore Bruno che mi ha dato la possibilità di aprire questa finestra sul mio passato, ripercorrendo quegli anni decisamente importanti per la mia crescita, sperando che ci sarà un domani in cui mia figlia o altri alunni di questa scuola potranno ritenersi orgogliosi di aver frequentato la Scuola media “Raffaello Sanzio”.

                                                                             

                                                                            Laura Di Mauro

                                                                   (anni scolastici 1986/1989)

 

 

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Al concerto di fine anno ….. ricordi ed emozioni

 

Un tuffo nel passato, un tuffo al cuore …….Vedo indietro nel tempo: quindici anni fa anch’io ero coinvolta nelle manifestazioni di chiusura dell’anno scolastico. Frequentavo la “Raffaello Sanzio”: allora si lavorava con maggiore improvvisazione: niente progetti o laboratori retti da specialisti e, soprattutto, pochissimi i mezzi a disposizione; ma poco importava, i momenti dedicati alle attività di drammatizzazione, alle gite, ai saggi, ai concorsi erano indimenticabili; in quel locale di via del Canalicchio che fungeva ora da palestra, ora da teatro, ora da “aula magna”, ci si relazionava meglio con gli altri, ci si scommetteva di fronte agli altri, si acquisiva sicurezza, si scoprivano aspetti nuovi degli insegnanti: si “imparava insomma la vita” e si cresceva tra una confusione indicibile sudando come fontanelle, in quel locale poco aerato e con un’acustica terribile giocavamo a fare gli attori.

            Avevamo la pretesa di recitare Jacopone da Todi, Goldoni, Pirandello, Martoglio, ………E organizzavamo anche noi i mini concerti nei quali emergevano sempre i “musicisti” della mia classe: Maurizio Francola e i fratelli Antonio e Marcello Torresi che naturalmente, versati per la musica, erano i pupilli della professoressa di musica Rita Sanfilippo.

            Certamente, fra noi, non mancavano contrasti, litigi e una sana competizione per riuscire ad avere una pagella piena di “A” (valutazione che corrispondeva all’ottimo di oggi) ma in quegli anni nascevano anche le prime vere amicizie ….così forti che allora sembravano essere eterne e poter superare qualunque ostacolo.

            Lucia Sanfilippo si chiamava la mia insegnante di lettere che stimo in modo particolare perché ritengo mi abbia insegnato a pensare e ad esprimermi in modo critico e libero.

            Come non ricordare la rigorosa ed affettuosa Wanda Di Dio ed il simpatico e disponibile professore Aiello preciso e puntuale grazie al suo inseparabile motorino. Un pensiero va anche al buon Preside Scuderi, solo apparentemente burbero e schivo, che nascondeva la sua umanità dietro i suoi spessi occhiali da vista: alla fine di qualunque attività o manifestazione concludeva la giornata gratificando tutti noi e i docenti per lo “sforzo profuso”.

            Il nostro era un gruppo-classe minuscolo come minuscole erano le aule di quell’appartamento che ci aspettava: alla fine del triennio eravamo perciò molto affiatati e familiare era l’ambiente che ci circondava: mi viene in mente anche il rapporto che stabilivamo con i bidelli che a volte guardavamo come dei gendarmi pronti ad accusarci, più spesso come complici delle nostre marachelle: mi colpiva la vitalità della signora  Vittorio e la laboriosità del signor Piazza, che oggi purtroppo non c’è più.

            Molti altri ricordi si affiorano alla mente: a quanti esami, a quante scelte questa Scuola mi aveva avviato!

            Su quei banchi si era rafforzata la mia volontà, la mia determinazione,quel senso di responsabilità che mi avrebbe accompagnato nello studio e nel lavoro.

            Oggi vorrei tornare per un attimo a ridere  di quelle scemate per cui si ride solo a dodici anni o forse no ….Piuttosto vorrei correre in avanti nel tempo: mi piacerebbe essere una di quelle mamme che nascondono dietro l’obiettivo della macchina fotografica i lucciconi di commozione mentre inquadrano il loro figlio (il più bello, il più bravo naturalmente!). Per la prima volta provo anche un po’ di invidia per quegli insegnanti che possono avere sotto gli occhi i risultati visibili del loro operato e che si sentono gratificati e compensati per tutte le volte che si sono sentiti frustrati o bistrattati: improvvisamente il loro lavoro mi sembra il più creativo che ci sia e manderei a quel paese i grafici, le statistiche, le ricerche di mercato che come economista esperta in marketing affronto ogni giorno. E pensare che fino a poco tempo fa i preadolescenti mi apparivano insopportabili. Dove sono finite le mie certezze? Forse sto davvero invecchiando ….

                                                                   Giusiana  Torrisi, anni 26

                        

                                       Allieva della “R. Sanzio” nel triennio 1988/89 – 89/90/9091

 

 

 

 

 

 

LA MANIFESTAZIONE CONCLUSIVA

 

 

 

 Consegna edificio scolastico

 

            Durante la serata conclusiva, condotta da Simona Pulvirenti, il dirigente scolastico, prof. Francesco Bruno, ha ricevuto, con la firma degli atti, da parte del sindaco, dott. Salvatore Giuffrida, la consegna dell’edificio scolastico.

 

 

 

Il Dirigente scolastico Prof. Francesco Bruno

e il Sindaco Dott. Salvo Giuffrida

 

 

Intitolazione Auditorium

 

            Nel corso della manifestazione, l’Auditorium è stato intitolato al giudice Paolo Borsellino con questa motivazione “

 

"Il Collegio dei  Docenti, nella seduta del 25 maggio ed il Consiglio di Istituto in data 31 maggio 2004 hanno approvato la proposta del dirigente scolastico, prof. Francesco Bruno, di intitolare l’Auditorium al giudice Paolo Borsellino, caduto per mano della mafia a Palermo il 19 luglio 1992.

            La scelta è motivata da tutto un percorso celebrativo, che ha avuto, nell’anno scolastico in corso, come filo conduttore il tema della “Legalità”, sotteso ad ogni incontro con personalità, rappresentanti il mondo della cultura, della politica, della magistratura.

            Il giudice Paolo Borsellino, con la sua lotta contro ogni forma di violenza e di sopraffazione, a difesa dei diritti civili, condotta fino al sacrificio estremo della propria vita, incarna meglio di chiunque altro gli ideali della “Legalità”.

            La Sua figura è di esempio ai giovani di oggi ed alle generazioni future.”

 

           

La sorella del giudice, sig.ra Rita, ospite d’onore, non potendo presenziare alla cerimonia, ha inviato il seguente fax:

 

“Carissimi amici, avrei voluto essere con voi oggi a vivere questa bella festa. E’ ancora vivo in me il ricordo della  giornata passata insieme e questo sarebbe stato il giusto coronamento. Ma, purtroppo, un impegno improrogabile mi trattiene a Palermo. Sarò con voi con il cuore e con il pensiero e parteciperò di ogni vostra emozione. Se vorrete verrò a trovarvi il prossimo anno scolastico e mi racconterete tutto. Vi abbraccio uno ad uno con affetto.

                                                                Rita Borsellino. Palermo, 8/6/04”

 

 

 

 

 

 

Il Dirigente scolastico Prof. Francesco Bruno 

 

 

 

 Premiazione Concorso

Incluso nelle manifestazioni celebrative del 25° anniversario anche il concorso dal titolo. “Io, il mio quartiere e …”, bandito dalla Scuola e rivolto agli istituti elementari (IV e V classi) e medie di I grado del distretto scolastico.

A tale concorso hanno partecipato numerose scuole con la presentazione di pregevoli lavori che sono stati classificati, premiati ed esposti in mostra nei locali scolastici.

La Commissione giudicatrice è stata formata dalla prof..ssa. Milly Bracciante, critico d’arte, dalla prof.ssa Milena Pagliarisi, pittrice e dal sig. Francesco Sciacca, fotografo.

 

 

          

 La Commissione giudicatrice del concorso 

(da sinistra, la prof.ssa Milly Bracciante, la prof.ssa Milena Pagliarisi,

il Dirigente scolastico, prof. Francesco Bruno e il Sig. Francesco Sciacca)

 

 

 

 

 

                        Erano presenti alla cerimonia: il dott. Paolo Lucchese, presidente della Corte d’Assise e d’Appello del Tribunale di Catania, il giudice, dott.ssa M. Concetta Spanto, il Sindaco, dott. Salvatore Giuffrida, il dirigente vicario del CSA, dott. Beniamino Rametta, il cardiochirurgo, prof. Mauro Abbate, l’onorevole Beppe Spampanato, il vicesindaco, dott. Carmelo Vinciprova, il presidente del Consiglio di Istituto, sig. Massimo Paternò, lo storico, dott. Domenico Messina, numerosi dirigenti scolastici, il Comitato organizzatore, la Giuria, molti ex ed attuali docenti della “Sanzio”, genitori ed alunni, l’emittente televisiva Antenna Sicilia.

 

            Il Preside, dopo aver salutato e ringraziato gli ospiti, ha sottolineato il suo compiacimento nell’aver portato a termine i festeggiamenti per il 25° Anniversario.

            Il Sindaco, nel suo saluto, ha evidenziato, fra l’altro, che la “Sanzio” è un fiore all’occhiello per il Comune di Tremestieri Etneo e per l’intera provincia.

            Il dott. Rametta, nel porgere il suo saluto, si è complimentato per l’organizzazione e l’efficienza della Scuola.

            La serata è stata allietata da esibizioni degli alunni della Scuola, da due coppie ospiti di ballerini professionisti e dalla splendida voce di una cantante, che si è esibita con due famosi brani, che hanno mandato in visibilio il pubblico.

 

 

 

 

 

MOMENTI DA RICORDARE