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Il tetano, ecco come difendersi

 

Il tetano è una malattia poco diffusa, perché tutti i bimbi sono vaccinati, ad essere più esposti sono gli adulti, dato che difficilmente si sottopongono ai richiami che mantengono la copertura.

 

Non sono poche le occasioni per venire in contatto con il tetano, una malattia poco conosciuta provocata da un batterio molto diffuso nell’ambiente, in particolare nel terreno, dove riesce a sopravvivere a lungo sotto forma di spora (cellula disidratata).

 

Il problema è più presente nelle zone agricole e rurali, in particolare durante i mesi estivi quando sono più frequenti le gite in campagna. L’infezione da tetano inizia da una ferita; ogni persona non vaccinata può contrarre la malattia, che può anche causare conseguenze di una certa entità.

Il tetano non è contagioso (non si trasmette da persona a persona): il batterio che produce la tossina penetra nell’organismo attraverso una ferita, soprattutto se profonda e contaminata da terriccio o da frammenti di legno e di metallo. Particolarmente pericolose sono le lesioni causate da incidenti stradali con ritenzione di corpi estranei, ma anche quelle procurate da filo spinato, attrezzi agricoli e da giardinaggio e anche dalle spine delle rose, soprattutto se si ha l’abitudine di fertilizzare il terreno con concime organico.

 

Sono a rischio tetano anche le ulcere da decubito, le lesioni gangrenose, i morsi di animali e, in condizioni di scarsa igiene, le iniezioni in genere, l’applicazione di piercing e l’esecuzione di tatuaggi per mezzo di aghi non sterilizzati. Per chi non fosse stato precedentemente vaccinato (la legge prevedeva, dal 1968, l’obbligo, solo per i neonati), la vaccinazione degli adulti si esegue somministrando due dosi di vaccino per via intramuscolare, ad una distanza di 4-8 settimane, seguita da una terza dose dopo 6-12 mesi.

 

Non è vero che le ferite provocate da chiodi arrugginiti siano le più pericolose. Questo accade solo se il chiodo è sporco: infatti, è la sporcizia (dove possono annidarsi le spore) e non la ruggine a comportare il rischio di tetano. E non è neanche vero che una ferita pulita sia garanzia di assensa di tetano. Anche se trovano un ambiente favorevole nei tessuti infetti, il batterio e le sue tossine non provocano infezione: anche se la lesione non appare arrossata o purulenta, il tetano può avere attaccato i nervi.

 

Se ci si è procurati una ferita in circostanze che possono far sospettare la presenza di spore del tetano, in particolare se c’è stato contatto con il suolo e se non si è sicuri di essere coperti dalla vaccinazione, è bene contattare un medico che valuterà l’opportunità di somministrare immunoglobuline specifiche o una dose di richiamo del vaccino. In ogni caso, è bene rimuovere eventuali corpi estranei dalla ferita e procedere a un’accurata disinfezione con acqua ossigenata (questo tipo di disinfettante crea un ambiente ostile alle spore e aiuta a eliminare lo sporco).

 

I primi sintomi del tetano sono spesso rappresentati da rigidità mandibolare e difficoltà ad aprire la bocca, inoltre, febbre, sudorazione, ipertensione arteriosa e tachicardia. Da segnalare che la tetanospasmina non ha effetti sul sistema sensitivo e sullo stato di coscienza; il paziente è pertanto sveglio e lamenta dolori spesso atroci.