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Catania che non c'è più

Alcune foto ci restituiscono le immagini di quella parte di città

che non c’è più,

che è sparita,

che è stata cancellata definitivamente per calamità

o forse più per volere dell'uomo,

ma che ancor oggi i catanesi conservano nella memoria

e non riescono a dimenticare.

 

 

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Gioielleria Agatino Russo e figli, Carlo Sada
Via Etnea 48 (angolo Via Fragalà)
1800 fine

L'edificio fu danneggiato dai bombardamenti.

 

 

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Piazza Cavour
1876

Festeggiamenti per il ritorno a Catania delle spoglie di Vincenzo Bellini, dopo 41 anni dalla sua morte.Morto a Parigi nel 1835. Da Piazza Cavour nel 1876 la salma fu portata in processione e poi collocata all'interno della Cattedrale.
L'Arco in legno, carta pesta ed edera ricorda l'arco di trionfo di Parigi fu costruito in segno di ringraziamento verso il popolo francese.

 

 

 

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Caffè Lorenti - Via Etnea - 1941

 

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Gran Caffè Lorenti,

arch. Paolo Lanzerotti,

distrutto

Ex Birreria Svizzera (seconda sede, inaugurata il 25 maggio 1915), poi UPIM, oggi abbandonato.

 

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Gran Caffè Lorenti (Ingresso al salone), arch. Paolo Lanzerotti, distrutto
Palazzo Tezzano, Via Etnea 141

Ex Birreria Svizzera (seconda sede, inaugurata il 25 maggio 1915), poi UPIM, oggi abbandonato.

 

 

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Gran Caffè Lorenti, arch. Paolo Lanzerotti, distrutto
Palazzo Tezzano, Via Etnea 141

 

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Caffè Lorenti

 

 

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Pasticceria svizzera Caviezel
Palazzo Cilestri
Via Etnea 32, angolo Piazza Università



La sede centrale si trovava in Via Etnea 200 e fu aperta nel 1914.
Vi erano poi la succursale in Via Etnea 32, tra Piazza Duomo e Piazza Università, aperta dal 1927, e altre sedi a Palazzo Bruca in Via Vittorio Emanuele 201 e al castello Mirone in Corso Italia.
Un'altra sede fu aperta in Corso Italia (Piazza Europa) nel 1970 (edificio tra Villa Cigno e Via Messina).
Caviezel chiuderà nel 1995.

Caviezel utilizzava alcuni dei più prestigiosi palazzi di Catania per organizzare i propri ricevimenti. Tra questi palazzo Bruca, palazzo del Toscano, villa Manganelli, palazzo Biscari, ecc.

 

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Esposizione di Catania, 1907.

Albo illustrato redatto sotto la direzione di Federico De Roberto, Catania, Galatola, 1908.

 

 

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Prospetto della 2° Esposizione Agricola Siciliana - 14 Aprile 1907

 

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Chiesa di San Giovanni Battista
Via Garibaldi, angolo Via San Giovanni
1943 o successivi

Colpita dai bombardamenti dell'ultima guerra, la facciata era ancora in piedi ma invece di ricostruirla fu venduta a privati che la demolirono per realizzare un edificio per civile abitazione. Oggi al suo posto c'è un condominio. Altre chiese della città di Catania subirono la medesima sorte negli anni '50

 

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Via Garibaldi
5 agosto 1943

Imperial War Museums

 

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Via Garibaldi
1943

 

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Terme dell'Indirizzo
Piazza Currò, Catania
1776-79 

Ancient Thermae in the Monastery of Carmelites at Catania
Houel, Jean-Pierre-Laurent. 
1776-79

La dizione Indirizzo si riferisce al vicino Convento carmelitano dell'Indirizzo. Oggi Chiesa di Santa Maria dell'Indirizzo, ricostruita intorno al 1730 dopo il terremoto catastrofico del 1693, che aveva distrutto il convento carmelitano che insisteva sulla stessa area.
La dizione Indirizzo si riferisce al miracolo che avrebbe salvato il viceré Pedro Téllez-Girón, terzo duca di Osuna nel 1610. Sorpreso da una tempesta mentre si avvicinava alla costa durante la notte, venne salvato da una luce votiva di detto convento che lo indirizzò al porto.

 

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Teatro romano 1891

Il Teatro antico di Catania con bambini e un signore vestito elegantemente di bianco, in una foto del 1891.

 

 

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Teatro Coppola
Via Vecchio Bastione
1930 circa

Teatro Comunale, dal 1908 Teatro Coppola.

 

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Teatro Coppola
Via Vecchio Bastione
1943 

Teatro Comunale, dal 1908 
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale lo hanno quasi totalmente distrutto.



«Essendo io però ben penetrato del vivo desiderio, che questi cittadini han sempre mostrato per la perfezione di questo teatro. Sensibile alla loro voce che reclama per un locale di pubblico spettacolo. Disgustato di più osservare che una delle Primarie Città del Regno...và frattanto priva di qualunque oggetto che possa, anche per poco divertire i suoi abitanti. Considerando la difficoltà di potersi per quanto ne fu grande l'impegno portare al suo termine nell'anno corrente l'opera incominciata, non credo fuor di proposito rivolgere il pensiero alla costruzione di un piccolo teatro provvisorio onde riparare al positivo bisogno del momento».

Stralci delibera della proposta del Gravina per il Teatro Comunale, Catania 1820

A seguito di una petizione sottoposta nel 1818 al Comune di Catania da parte dei cittadini, nella quale si lamentava l'interruzione dei lavori per la costruzione del Teatro Novaluce (l'odierno Teatro Massimo Vincenzo Bellini) e la mancanza di un luogo idoneo alle rappresentazioni pubbliche, il Decurionato, «considerando la giustizia del pubblico reclamo per ottenere un locale provvisorio di pubblico spettacolo» e «considerando essere assolutamente necessario il bisogno di erigersi questo teatro onde cessare le giuste querele della popolazione», decide di procedere alla realizzazione di un teatro provvisorio nei locali del cavaliere Francesco Gravina Hernandez.

I locali vengono presi in affitto dal comune per nove anni, al termine dei quali si ritiene possa essere ultimato il ben più ambizioso progetto del Teatro Grande nella piazza di Novaluce (attuale piazza Teatro Massimo).

È la nascita ufficiale del primo Teatro Comunale di Catania, che aprirà i battenti il 19 giugno del 1821 mettendo in scena l'Aureliana in Palmira di Gioacchino Rossini.

«Se la civilizzazione di un paese conoscesi della esistenza di un Teatro, se esso contribuisce al raffinamento del gusto, ripulisce i costumi, e dà un maggior progresso alle belle arti in generale, Catania, ove le scienze e la bella letteratura sono state in tutti i tempi abbastanza coltivate, lo ha finalmente acquistato. La mancanza ne formava al certo un vuoto rimarchevole, e facea riguardare Catania, come in attrasso relativamente a questo ramo di pubblica civilizzazione. Oramai questa taccia non può esserle più corrisposta...Quando si vuol fare, tutto si fa».

Estratto dal Manifesto per l'apertura del Teatro Comunale provvisorio

Trascorsi i nove anni e non vedendosi ancora la fine dei lavori per la costruzione del Teatro Novaluce il Comune decide l'acquisto dei locali del cavalier Gravina Hernandez e vengono annessi alcuni terreni sul retro per ampliare sia il teatro che i suoi servizi. Il Teatro smette di essere Provvisorio e si chiamerà fino al 1887 (anno della sua prima chiusura) Teatro Comunale.

Nel 1887 il Teatro Comunale viene chiuso, ritrasformato in magazzino e affittato a commercianti locali come deposito di crusca, cereali e baccalà.

Fino all'inizio del 1895, quando il locale viene concesso dal Comune al "Circolo Filodrammatico Artistico" che, dopo averlo rimesso a nuovo a proprie spese, lo inaugura il 26 gennaio dello stesso anno.

Nel 1908, in occasione della rappresentazione del dramma Malìa di Luigi Capuana, il 2 giugno di quell'anno il teatro viene dedicato al compositore Pietro Antonio Coppola, già maestro orchestratore del Teatro Comunale e morto nel 1877.

Lo scoppio della prima guerra mondiale tronca ogni attività del Teatro Coppola fino al 1920, quando il Circolo Artistico, finita la guerra e raccolti i superstiti della filodrammatica, chiede al Comune la concessione del Coppola «per farne un teatro sperimentale. L'Amministrazione Comunale accoglie la richiesta con deliberazione del 1920».

Il nuovo corso del Teatro Coppola viene inaugurato il 12 Febbraio del 1920 con un lavoro di E. Murolo.

Nel 1923 la filodrammatica viene battezzata "Brigata d'Arte" e diviene, grazie anche ai numerosi successi, un vero e proprio vivaio per il teatro catanese.

L'inizio del secondo conflitto mondiale tronca ancora una volta ogni attività del Teatro Coppola che, abbandonato a se stesso, si riduce a deposito per i pescatori della zona. Fino all'8 luglio del 1943, quando i bombardamenti americani lo distruggono quasi completamente.

Due anni dopo i giovani del Circolo Artistico ne rivendicano le rovine allo scopo di ricostruirlo.

«Con deliberazione 24 Sett. 1945 N. 25277, la Giunta Comunale di Catania, vista la istanza 2 Agosto 1945 del circolo aristico, con la quale si chiede in concessione il Teatro Coppola, ne accoglie i voti a condizione della integrale ricostruzione del Teatro stesso senza corrispettivo.
La Giunta Prov. Amm. Nella seduta del 24 Nov. 1945 approva la detta deliberazione purché la concessione venga regolata mediante apposito atto nel quale sia fissato un termine e il collaudo venga eseguito dall' Ufficio tecnico comunale.
La procedura fino ad oggi non ha avuto seguito. Il glorioso Teatro, dal 1942 è rimasto muto nelle sue rovine»

Di ricostruzione si è riparlato negli anni Sessanta. «Il progetto fu approvato e finanziato e avrebbe goduto del contributo statale per danni bellici, ma l'Amministrazione Comunale qualche anno dopo fece stornare le somme per altre opere ritenute più urgenti, rinunciando financo a percepire il risarcimento dei danni di guerra».

Ridotto per anni a laboratorio scenografico del Bellini, nel 2005 è stato approvato un progetto per farne sala prove per l'orchestra dello stesso ente e ancora una volta i lavori sono stati interrotti e il cantiere abbandonato.

 

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Teatro Coppola
Via Vecchio Bastione
1927

 

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Lavori per la realizzazione del Palazzo che ospita la Rinascente .
Via Etnea, angolo via Spedalieri
1957-58 circa



Per realizzarlo nel 1957 fu abbattuto il palazzo Spitaleri che era stato colpito, forse solo nella parte all'angolo con via Spedalieri, da una bomba nel luglio 1943. I danni non dovevano essere però così gravi visto che fino al 17 giugno 1957 continuò ad operare nelle ex scuderie del palazzo il cinema Sala Roma (originariamente Music Hall o Cinema Hall, opera dell'architetto Paolo Lanzerotti).
La Rinascente venne inaugurata il 9 ottobre 1959 alla presenza dell'arcivescovo e del prefetto (vedi: Margani 2005), aprì il 10 ottobre 1959.

In fondo il Grattacielo Generali (1956-58, 68.87 m) in costruzione.
In via S. Euplio si vede la Scuola comunale modello di Carlo Sada che verrà demolita nel 1959.

 

 

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Cinema Hall o Music Hall, dal 1932 Sala Roma
Via Etnea


Opera di Paolo Lanzerotti, fu inaugurato il 27 giugno 1913 in quelle che erano le scuderie del palazzo del barone Spitaleri.



Assunse la denominazione di “Sala Roma” dal 4 dicembre 1932. Dal 1948 anche arena. Nel 1938 fu il primo locale ad ospitare la proiezione di un “film in rilievo”, ovvero in 3D. Ultima proiezione Il 17 giugno 1957 con il film “L’angelo del ring”. Fu demolito per far posto al palazzo della Rinascente, la cui attività commerciale verrà aperta al pubblico il 10 ottobre del 1959.

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8 luglio 1943, l'unico cinema che risulta aperto è l'Olympia, ma la proiezione non partirà mai: alle ore 15:30 un centinaio di aerei rovesciano una terribile pioggia di bombe su tutta la città. Tutti i quartieri vengono colpiti, viene distrutta la chiesa seicentesca di via Sant'euplio, colpito il Palazzo Spitaleri (senza però danneggiare il cinema Sala Roma ivi ubicato) e gli altri palazzi storici nel tratto compreso fino a Piazza Stesicoro. Dopo mezz'ora di bombardamenti si contano 158 morti e 318 feriti. Il giorno dopo toccherà a Palermo. La mattina del 10, alle ore 2.45, inizierà lo sbarco in Sicilia.

 

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Palazzo de La Rinascente (1957-59)
Via Etnea - Foto del 1961

Necropoli monumentale di Catina. Le tombe dovrebbero ancora esistere dentro un sotterraneo del Palazzo de la Rinascente.

In alto via Sant'Euplio.



Si tratta di un'ampia necropoli di età tardo ellenistica-romana, da mettere in relazione con il complesso rinvenuto durante gli scavi per le fondazioni del vicino Palazzo delle Poste che durante il suo rinvenimento ottenne il vincolo di accessibilità, tuttavia per ostilità da parte dello stesso grande magazzino, non si è mai riusciti ad accedervi.

 

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Grande Birraria Svizzera (prima sede)
Palazzina Biscari (Via Etnea, angolo Via Biscari), Ingresso da Piazza Santa Nicolella.
Apre nel 1890 circa, si trasferirà nelle nuova sede il 25 maggio 1915.

Propr. Fratelli Tscharner

 

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Grande Birraria Svizzera (prima sede) - Giardino d'estate


Palazzina Biscari (Via Etnea, angolo Via Biscari), Ingresso da Piazza Santa Nicolella.
Cartolina spedita nel 1904

I tavolini in foto si trovavano in piazza Santa Nicolella.

La Birreria (Propr. Fratelli Tscharner) apre nel 1890 circa e si trasferirà nelle nuova sede il 25 maggio 1915.

 

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 La Birraria Svizzera, ubicata nel lato ponente - tramontana del palazzetto Biscari, constava di due ampi saloni e aveva l’ingresso su Piazza San Nicolella. Gestita dai fratelli Tscharner, svizzeri d’origine, catanesi d’adozione, la birraria era il ritrovo preferito dai giornalisti, ma anche dai commercianti, negozianti, funzionari della vicina Posta Centrale. Per loro gli Albertini, i Luzzatto, i Morello, gli Scarfoglio altro non erano che colleghi collocati dalla geografia e dal caso, più in vista; con costoro, all’occasione volentieri polemizzavano; e le occasioni non mancavano, giacché è utile tener presente che uno che se ne intendeva, Francesco Crispi, aveva definito Catania di quegli anni la più difficile prefettura del Regno, e Catania, dai caporioni ai maneggioni della politica, di tale definizione era orgogliosa. Nel 1914 la Birraria si trasferì al pian terreno del palazzo Tezzano, con tre ingressi su Via Etnea. Sul frontale esterno, al riparo d’una longilinea pensilina di vetro, campeggiavano ventidue grandi lettere d’ottone brunito: "Grande Birraria Svizzera". Tra un ingresso e l’altro, guarnite degli stipiti intagliati in pietra tenera di Siracusa, facevano spicco due eleganti lastre di marmo con l’indicazione di alcune specialità della ditta. Ne fu autore l’architetto Paolo Lanzerotti. Inaugurata li 29 Maggio 1915, con una grandiosa cerimonia, la grande Birraria divenne il ritrovo più accogliente, ambito e salottiero della città, in aperta competizione col "Diana" di Milano, a quel tempo ritenuto il più elegante Caffè d’Italia. Scomparsi i F.lli Tscharner il prestigioso locale passò nelle mani di Peppino Lorenti. Rimodernato secondo i gusti del nuovo tempo, impreziosito di alcune sanguigne di Roberto Rimini, dotato di un’ampia scala di biliardi nei cantinati, la grande Birraria si trasformò in "Gran Caffè Lorenti" .

 

 

 

 

Grande Birraria Svizzera (seconda sede)
Palazzo Tezzano, Via Etnea 141
1906?



Due palazzi dopo si vede, colorato in bianco, Palazzo Spitaleri (poi abbattuto per fare posto a la Rinascente). Anche se non è ben visibile questa è l'unica foto, oltre ad alcune foto aeree, dove lo si vede per intero.

La Birreria (confronta foto successiva) è nella situazione precedente all'intervento di Lanzerotti? Forse la sede di via Etnea era già stata aperta nel 1906 (come sembra affermare Tony Zermo su La Sicilia, 30 maggio 2004) o nel 1914 
La nuova sede fu inaugurata (o forse sarebbe meglio dire la nuova sede nella versione rimodernata da Lanzerotti) il 25 maggio 1915.
Poi Caffè Lorenti, poi UPIM (devastata da un incendio), oggi abbandonato.

Per realizzare la Rinascente nel 1957 fu abbattuto il palazzo Spitaleri che era stato colpito, forse solo nella parte all'angolo con via Spedalieri, da una bomba nel luglio 1943. I danni non dovevano essere però così gravi visto che fino al 17 giugno 1957 continuò ad operare nelle ex scuderie del palazzo il cinema Sala Roma (originariamente Music Hall o Cinema Hall, opera dell'architetto Paolo Lanzerotti).

 

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Grande Birraria Svizzera (seconda sede), Paolo Lanzerotti
Palazzo Tezzano, Via Etnea 141
1915 o seguenti


La nuova sede fu inaugurata il 25 maggio 1915.
Poi Caffè Lorenti, poi UPIM, oggi abbandonato.
A destra via Monte S. Agata.

 

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Gran Caffè Lorenti (ex Birreria svizzera)

Via Etnea 141

Fonte: http://www.vivict.it/luoghi-e-monumenti/catania-dimenticata-gran-caffe-lorenti/

di Zaira La Paglia

 

Nel 1930 Giuseppe Lorenti, avendo saputo che il gestore Rizzo si accingeva a lasciare la Birreria svizzera di via Etnea 141-143-145, la prese in affitto. Il locale, dopo pochi mesi, gli fu offerto in vendita e Lorenti lo acquistò.

 

Il Gran caffè Lorenti, che poteva contenere 500 persone sedute a tavolino, funzionava da ristorante, bar, gelateria e sala da biliardo.

 

Nel 1934 divenne un café chantant: per la prima volta nella storia di Catania in un pubblico esercizio suonava un’orchestra, composta da sette donne e diretta dalla borghese Soffritti. Questo divenne il locale di moda di Catania, nel quale conveniva la migliore società.

 

Nel 1935 il Gran caffè Lorenti lanciò a Catania i coni gelati (semplice 20 centesimi l’uno, con panna 50 centesimi), che andavano a ruba; fra gli ospiti di riguardo, prima che scoppiasse la guerra, il gran caffè accolse il duca di Windsore il re d’Inghilterra Edoardo VIII.

 

Nel 1939, il locale fu arricchito di sei grandi dipinti murali del pittore Roberto Rimini e durante la guerra era anche meta dei militari tedeschi; l’8 luglio 1942 fu parzialmente danneggiato da una bomba e, pertanto, chiuso.

 

Riparato in seguito, fu occupato dalle truppe inglesi; al pubblico italiano fu riaperto nel 1945 e nella serara inaugurale si esibì un’orchestrina diretta da Mario Giusti (batterista) e composta tutta da catanesi.

 

Mentre si accingeva a riparare definitivamente il locale, Lorenti ricevette offerte vantaggiose dall’UPIM, per l’affitto; fu così che, nel 1948, l’ampio locale fu ceduto in affitto alla grande organizzazione di vendita e il Gran caffè Lorenti cessò di esistere con grande rammarico dei catanesi.

 

 

 

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Via Etnea
1946-48 



Il 16 aprile 1943 due bombe caddero sul palazzo sventrandolo; in piedi rimasero solo i tre balconi angolari mentre circa settanta persone rifugiatesi nell'androne perirono sotto le macerie.
Fu ricostruito dal 1946 al '48 

 

 

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Ciclone del 7 ottobre 1884
Via Etnea vista da poco sopra Via Ingegnere


Foto di Eduardo Pellicciari di proprietà della Biblioteca Ursino Recupero

 



L'edificio a due piani a destra è la casa di Mario Rapisardi.
Quelli a sinistra sono stati abbattuti per allargare la Via Ingegnere e costruire alcuni palazzi negli anni '50 e '60 ed infine quello di Via Etnea 710 è stato abbattuto nel 2013 sempre per realizzare nuove costruzioni.

 

 

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Carro di S. Agata
Piazza Stesicoro
1866 o prima



Veniva usato in occasione delle feste patronali di mezz'agosto. Era tirato dai buoi e su di esso trovava posto un'orchestra. Lo si rifabbricava ogni anno con un nuovo fantasioso disegno sullo stesso scheletro di legno. Con il tempo il suo uso si diradò, fino a scomparire del tutto.

A sinistra
Palazzo Tezzano, sede fino al 1881 dell'Ospedale San Marco e dopo del Tribunale.

A destra
Palazzo Villermosa, opera mai completata di Vaccarini, abbattuto nel 1866 per far posto al Palazzo Del Toscano.

 

 

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Piazza Stesicoro, Catania
1780 circa

Jean Houel
Processione di Sant’Agata
gouache (guazzo)
1780 circa
San Pietroburgo, Hermitage



In primo piano a destra si intravede Palazzo Villermosa, edificio mai completato di Giovanni Battista Vaccarini. Demolito intorno al 1866 per far posto al Palazzo Paternò del Toscano (1866-78).

In fondo a destra la chiesa di S. Maria della Speranza e il Convento dei Cappuccini. Furono poi distrutti da un incendio e definitivamente abbatutti per costruire il Palazzo della Borsa (1931-33).

 

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Catania - Parterre di Piazza dei Martiri

 

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Catania - Lungo Mare 6 Aprile

 

(Piazza dei Martiri e Via VI Aprile)

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Piazza dei Martiri -1950 

 

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Piazza dei Martiri
Cartolina spedita nel 1962

Piazza dei Martiri e Via VI Aprile

 

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Il lago di Nicito

 

Catania, nel corso dei secoli, ha mutato continuamente il suo aspetto perché devastata da frequenti terremoti e da violente eruzioni dell’Etna. Molti luoghi di Catania sono stati sepolti per sempre e mai riportati alla luce. Uno di questi è il Lago di Nicito, il cui ricordo è affidato al nome della via, che collega Piazza Santa Maria di Gesù a via  Plebiscito.

 

Il lago, formatosi intorno al 406 a. C. a causa di un’eruzione che investì la città di Catania, deviando il percorso del fiume Amenano, si trovava in prossimità dell’attuale quartiere di Cibali. Lo specchio d’acqua era profondo circa 15 metri con una circonferenza di ben 6 chilometri e nel corso dei secoli, grazie alle sue dimensioni,  venne utilizzato anche per la disputa di regate navali. Intorno al lago vennero, col tempo, costruite abitazioni nobiliari, ed i confini urbanistici della città si estesero quindi verso il Nord-Ovest. Vicino al lago fu edificato anche il Bastione degli Infetti, costruito per volontà di Carlo V e divenuto, con il passare degli anni, parte integrante della storia della città  di Catania.

 

Il nome del lago deriva,probabilmente, dall’aggettivo greco “ανίκητος” (invitto, invincibile), estrapolato a sua volta da νίκη (nike, vittoria).

 

Durante la violenta eruzione del 1669, che distrusse completamente la città di Catania e i paesini dell’hinterland etneo, il lago, nel giro di quattro ore, venne completamente ricoperto e cancellato definitivamente.

 

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