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Perle di antica saggezza

 

La saggezza popolare non sbaglia mai,  

tramandata negli anni è sempre più attuale.

 Ogni frase si trasforma in una preziosa lezione di vita.

 

 Anni e anni di esperienze, concentrate in poche parole, offrono in un motto la soluzione a una infinità di situazioni e problemi.

 

*********

Iaddina vecchia fa buon broru
Gallina vecchia fa buon brodo: allude alla positività della vecchiaia per via delle molte esperienze accumulate nel corso della vita

 

 U bongiornu si viri da matina

Il buongiorno si vede la mattina: il detto vuole significare che le prospettive favorevoli di una attività che si inizia ex-novo si rivelano sin dai risultati iniziali

 

Nabotta a  utti e na botta a timpagnu
Un colpo alla botte e uno al coperchio: il detto indica quella persona che nell’esercizio delle proprie attività non avendo il coraggio di scegliere una linea, si comporta in maniera ambigua in modo da lasciare contenti tutti

 

 Iunnata rutta peddila tutta 

(giornata rotta perdila tutta: se interrompi una giornata di lavoro per divertimento fallo per tutta la giornata, recupererai domani)

 

 Megghiu 'u tintu canusciutu ca 'u bonu a canusciri 

(meglio il cattivo conosciuto che il buono da conoscere: meglio non cambiare le cose conosciute con altre nuove sconosciute migliori per sentito dire)

 

 Voli sapiri 'u piru 'u piratu e cu l'a chiantatu 

(vuole sapere il pero, un frutteto di alberi di pero e chi lo ha seminato: di persona che  vuole conoscere tutto nei minimi particolari)

 

Unni ci chiovi ci sciddica

 (dove piove gli scivola: di persona che se ne frega di tutto e nessuna cosa per lui è importante)

 

 Ogni figateddu di musca è sustanza

 (ogni fegatino di mosca è sotanza: ogni cosa anche se minima può essere importante o d'aiuto)

 

'A casa capi quantu voli 'u patruni 

(la casa è capiente quanto vuole il padrone: l'ospitalità dipende dalla volontà del padrone di casa)

 

 Bontempu e malutempu non dura tuttu 'u tempu 

(buon tempo e cattivo tempo non durano tutto il tempo: sia le cose belle sia le cose brutte non durano per sempre)

 

Cu disia e cu sfarzìa 

(chi desidera e chi fa sfrarzo: nella vita c'è chi desidera le cose e chi invece le spreca)

 

Unni maggiuri c'è minuri cessa 

(dove maggiore c'è, minore cessa: quando c'è una persona o una cosa più importante quella meno importante non conta più)

 

 Cu mangia fa muddichi (chi mangia fa molliche: chi mangia fa briciole cioè lascia tracce)

 

Va avanti s' 'ommuttunu d'arreri 

(va avanti se lo spingono da dietro: per fare una qualsiasi cosa deve essere sempre incitato da altri)

 

 Cu avi chiu' sali conza 'a minestra

 (chi ha più sale condisce la minestra: chi è più sensato mette pace in un eventuale litigio)

 

Savva 'a pezza pri quannu veni 'u puttusu 

(conserva la pezza per quando ci sarà il buco: conserva le cose che arriverà il momento di utilizzarle)

 

Cònzala comu vuoi ca sempri cucuzza è…
Condiscila come vuoi ma sempre zucca rimane: l’espressione indica che qualunque accorgimento si trovi quando la materia di base è insufficiente non si possono ottenere buoni risultati

 

Cu avi lingua passa u mari
Chi ha una parlatina molto sviluppata può attraversare anche il mare

 

I guai da pignata i sapi u cucchiaru ca l’arrimina

I problemi della pentola li conosce solo il cucchiaio che mescola il suo contenuto

 

Nuddu si pigghia si nun s’assumigghia
Nessuna persona sceglie un’altra se non ha qualcosa in comune: il detto vuole significare che le persone che si accoppiano dopo aver verificato che hanno le medesime tendenze e vedute, a volte, hanno poco di buono!

 

Iaddina ca camina, s’arricuogghi ca vuozza china
La gallina che va in giro nell’aia ritorna al pollaio con il gozzo pieno e sazia: il detto tende ad esortare tutti gli uomini a non starsene mai con le mani in mano ad aspettare ma a darsi da fare perché in un modo o nell’altro qualche risultato arriverà.

 

Austu e riustu è capo r’invernu
Agosto e Settembre è principio d’inverno: segna il finire dell’estate e l’avvicinarsi delle procelle autunnali

 

Chiovi assuppa viddani
Pioggia minuta e continua che arriva a bagnare anche gli abiti intimi se ci si trova all’addiaccio

 

 Quannu 'u riavulu t'accarizza è segnu ca voli l'anima

 (quando il diavolo ti accarezza è segno che vuole l'anima: attenzione a colui che cambiando modo di agire si dimostra improvvisamente buono e gentile)

 

Cù vicini e cù parenti n'aviri a chi fari nenti

 (con i vicini e con i parenti non avere a che fare niente: non intrattenere rapporti d'affari con i vicini o con i parenti)

 

Prima 'a zzotta e poi 'u cavaddu 

(prima il frustino e poi il cavallo: compri per prima la cosa inutile e poi quella utile)

 

 L'acqua intra e a pila 'nchianu 

(l'acqua dentro e la vasca per lavare la biancheria fuori: non ti sai organizzare)

 

 Spara a cu visti e 'nzetta a cu non visti 

( spara a chi hai visto e prendi a chi non hai visto: alcune volte vuoi fare una cosa e te ne riesce un'altra)

 

A Pasqua e Natali puru i lagnusi addivientanu massari
Significa che in questi periodi in tutte le case si fanno grandi pulizie

 

Megghiu u tintu canusciutu ca u buonu a canusciri
Meglio la persona cattiva ma conosciuta che quella buona ma ancora da conoscere, è la preoccupazione di cambiare il vecchio con il nuovo!

 

L’occhiu ru patruni ngrassa u cavaddu
L’occhio del padrone ingrassa il cavallo ovvero che solo il proprietario di un bene ha cura dello stesso

 

I macchi hanno l’uocchi e i mura hannu l’aricchi
I rovi hanno gli occhi e i muri hanno le orecchie: rivolto a qualcosa di segreto che invece è conosciuto inspiegabilmente a tutti

 

Supra a carta si canta a musica
Sopra lo spartito si legge la musica, ovvero, senza soldi non si fa nulla.

 

U picca abbasta, assai assupecchia
Il poco basta e il molto è superfluo

 

 Cu scecchi caccia e fimmini criri facci di paradisu non ni viri

(chi tratta con gli asini e con le donne non vede mai la faccia del paradiso: è difficile trattare asini e donne senza innervosirsi)

 

Cu si vardau si sarvau 

(chi si è guardato si è salvato: chi sta vigile riesce a salvarsi dai guai)

 

Fatti accattari di cu non ti canusci cà t'accatta caru 

(fatti comprare da chi non ti conosce che ti compra a caro prezzo: se non sei una persona valida sei stimato solo da chi non ti conosce)

 

Mancia ru to mancia e ru to’ saziatinni
Mangia del tuo e del tuo saziatene, situazione nelle quali la parsona può utilizzare le proprie forze o risorse.

 

U cavaddu bonu si viri a cursa longa
Il cavallo buono si vede alla lunga: il detto vuole evidenziare che il giudizio positivo su una persona è opportuno esprimerlo dopo averlo visto al lavoro per un tempo ragionevolmente lungo.

 

Cu taci accunsenti
Chi tace acconsente: il detto esprime il convincimento che la persona che non pone alcuna osservazione o non mette in discussione un ordine ricevuto offre la propria disponibilità

 

Voli a ‘utti china e a muggheri ‘mbriaca
Vuole la botte piena e la moglie ubriaca: il proverbio sta ad indicare di una persona che non è mai contenta di quello che ha e pretende sempre di più.

 

Tantu va a quartara all’acqua ca si rumpi o si ciacca
Tanto va la brocca all’acqua fino a quando si rompe o lesiona: il detto vuole evidenziare che l’impegno fisico continuo prima o poi produce l’inabilità a continuare o la riduzione delle prestazioni per eccessivo logorio

 

Nun ‘nquitari u cani chi duormi
Non molestare il can che dorme: il detto vuole dire che nel rapporto con gli altri è sempre opportuno essere discreti se non si vuole suscitare la reazione offensiva.

 

N’signati l’arti e mettila ra parti
Impara l’arte e mettila da parte: è un consiglio che gli anziani davano ai giovani nel convincimento che nel saper fare qualcosa assicura sempre un lavoro

 

Cu lassa a vecchia pi la nova sapi chiddu chi lassa ma un sapi chiddu ca trova
Chi lascia la vecchia via per la nuova sa quello che lascia ma non quel che trova: il proverbio sottolinea che spesso si è attratti dalle novità ma lasciando il vecchi di cui si conosce anche i difetti per il nuovo può capitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti.

 

Ti manciasti lu sceccu e ti cunfunni pi la cura
Si usa generalmente in riferimento alla parte finale di un lavoro spesso difficile da concludere.

 

Vai circannu scecchi morti pi livarici i ferri
Sono quelle classiche persone che cercano guai.

 

Nun mi cuntari li tri jorna du fistinu
Ovvero: non mi raccontare frottole o cose che già conosco!

 

'U pruvatu n' 'o pruvari picchi chiossai 'u provi chiù sbrigugnatu 'u trovi 

(il provato non lo provare più perchè allora lo trovi più scadente: se ti sei fatto già una cattiva opinione di qualcuno non approfondire perchè è peggio)

 

 Cu ti sapi ti rapi 

(chi ti conosce ti apre: viene a rubare in casa tua solo chi conosce il valore delle cose che possiedi)

 

A spusa maiulina un godi la curtina
Tra i pregiudizi del mese di maggio vi era e rimane ancora quello di non contrarre matrimonio durante il mese in quanto si dice che la sposa non godrà a lungo del matrimonio…

 

Cu runa 'u pani o cani di cui, peddi 'u pani e 'u cani dicchiui 

(chi dà il pane al cane di altri perde il pane e anche il cane: chi dà affetto ad una persona legata sentimentalmente ad altri perde tutto)

 

 'O malatu ca nun c'è cura, vacci 'a sira quannu scura 

(dall'ammalato che non può essere curato vai la sera quando fa buio: è inutile lavorare la sera se non si è avuta voglia durante tutta la giornata)   

 

Aprili lu duci durmiri, nè livari nè mìttiri
Ovvero ad Aprile, nel constatare che il tepore della primavera porta a “sonnecchiare” dolcemente, si consiglia agli incauti di non togliere né mettere indumenti in quanto la temperatura è estremamente variabile.

                                                     

 Cu  zappa e zappa 'a so vigna cu bona  'a  zappa bona s'à vinnigna 

(chi zappa bene la propria vigna fa una buona vendemmia: ognuno raccoglie ciò che ha seminato)

 

 Quannu lu sceccu non moli vivìri è tempu inutili a frisculiari 

(è tempo inutile cercare di far bere un asino che non vuole bere pur fischiandogli: è difficile convincere una persona cocciuta)

 

 Facitivi i muli pri macinarivi alivi 

(procuratevi da soli i muli per macinarvi le vostre olive: se agite senza ascoltare i consigli altrui non chiedete aiuto dopo)                                                             

Comu t'à 'mpani t'à spani 

(come imbrogli, sbrogli: se da solo combini guai, da solo te li risolvi)